Lettera n. 18
docx | pdf | html ◆ článek | korespondence, italsky, vznik: 21. 7. 1977
  • in: Lettere a un amico, Bologna: Centro Studi Europa Orientale, 1979, str. 179–187

Lettera n. 18

Caro amico,

già qualche tempo fa accennasti all’importanza di analisi dettagliate dei casi concreti di violazione delle leggi; mi sembrò allora che tu sottovalutassi un poco l’importanza delle considerazioni generali. I casi concreti infatti contano solo in quanto documentano i tratti determinanti della situazione sociale e politica; una mera casistica non serve a niente, è frutto di incertezza e porta alla confusione e al caos. Nondimeno l’essempio concreto è talvolta così plastico, sintetico e incisivo, che con la sua evidenza supera tutte le interpretazioni teoretiche. Quest’estate ho conosciuto nei dettagli un caso che già in precedenza conoscevo per sommi capi e di seconda mano, senza però riuscire a farmi un’idea della luce irreale che esso proietta sulla nostra società e sulla situazione nella scuola. Penso che tu stesso capirai quando te ne avrò accennato in breve.

Alla fine del 1973 fu espulso dall’ultima classe del ginnasio di Mladá Boleslav, lo studente Miroslav Jirounek perché «con strafottenza e ripetutamente aveva violato le disposizioni del regolamento scolastico del 30.7.1973, aveva inoltre pubblicamente offeso la missione educativa e culturale della scuola socialista, la sua funzione sociale e l’autorità degli insegnanti e aveva offeso il collettivo dei compagni con l’accusa di comportamento scorretto e menzogna per le posizioni assunte verso le vicende sociali e la vita della scuola». Non starò a scendere nei particolari in questa vecchia faccenda; già dall’argomentazione stessa, cioè dalla formulazione dei motivi dell’espulsione, risulta chiaro che lo studente aveva criticato (supponiamo che vi sia stato spinto dalle situazioni in cui ripetutamente ci veniamo a trovare già da alcuni anni) la mancanza di carattere e di coerenza con i princìpi, sia degli insegnanti che degli alunni, nei confronti della sempre più intollerabile situazione politica del nostro paese. Conosco tutta una serie di casi simili a partire dal 1948 e so come un uomo, che per la sua giovane età non ha ancora abbastanza esperienza tattica e dentro di sé non accetta di lasciarsi sopraffare, viene a poco a poco messo con le spalle al muro e, alla fine, o si rassegna e si tira indietro, oppure finisce per commettere un errore per cui può essere rimproverato e punito per l’altrui ammaestramento (e del resto arriva a questo anche se non commette errori ma si tiene tenacemente attaccato alla verità). Dopo l’espulsione, Jirounek lavorò in alcuni posti (e non senza difficoltà). Alla fine ebbe una raccomandazione per studiare al conservatorio (il direttore dell’emporio che gli fece la raccomandazione ebbe poi delle noie), dove venne ammesso dall’autunno del 1975 come unico alunno nella sezione per direttori d’orchestra (Jirounek è portato anche per il violino ed ha una grande passione per la musica). Suo padre, exdirettore della biblioteca comunale di Mladá Boleslav, nel 1969 era stato radiato dal PCC e licenziato dal lavoro, il che ovviamente non poteva essere né taciuto né nascosto all’atto dell’iscrizione del figlio a scuola; se la commissione incaricata delle ammissioni tralasciò o almeno lasciò in secondo piano questa circostanza non favorevole lo fece perché colpita dallo straordinario talento di Jirounek. Questo fatto getta sul conservatorio una luce abbastanza favorevole, dato che nella stragrande maggioranza delle scuole superiori, e soprattutto in quelle di indirizzo umanistico, una cosa del genere sarebbe stata impensabile. E tanto più ciò getta una luce livida su quanto accadde in seguito.

Per la brama di vendetta degli insegnanti di Boleslav (nei piccoli centri la vita è molto dura per le persone colpite in seguito al 1968, infatti c’è tutta una schiera di revanscisti conservatori che tengono dietro a ogni loro passo e non tollerano che ricevano un impiego più adatto e conveniente, che i loro figli riescano ad andare a scuola, ecc.), Miroslav Jirounek fu denunciato alla direzione del conservatorio e citato davanti al direttore che lo rimproverò di aver tenuto nascosta la sua espulsione dal ginnasio. In effetti nel curriculum presentato all’atto dell’iscrizione non si faceva menzione dell’espulsione; il curriculum non l’aveva scritto Jirounek in persona ma suo padre, che lo aveva anche firmato (all’insaputa del figlio). Fu cioè il padre a consegnare la domanda alla segreteria del conservatorio e a presentare il curriculum d’accordo con il segretario e, d’accordo con lui, lo aveva anche firmato a suo nome (tutte queste circostanze vennero poi descritte minuziosamente dalla madre dello studente in una lettera al presidente della repubblica). Durante il colloquio con il direttore del conservatorio, l’11.3.1976 tutta la vicenda venne chiarita. Anche tenendo conto dei motivi politici che portarono all’espulsione di Jirounek dal ginnasio di Mladá Boleslav, è ovvio che essa non poteva precludere gli studi in qualunque altra scuola dello stesso grado e neppure al conservatorio, poiché non si trattava di un’espulsione da tutte le scuole della repubblica. Eppure il 26.4.1976 la sezione istruzione del Comitato nazionale vietò, con decorrenza immediata del provvedimento, a Miroslav Jirounek di proseguire gli studi al conservatorio. Come motivazione furono addotti sia il fatto di aver taciuto l’espulsione dal ginnasio, sia l’esser rimasto attaccato alle idee e agli atteggiamenti per cui aveva meritato l’espulsione. Preferisco citare: «quando la circostanza suddetta è stata riferita al direttore del conservatorio a Praga, c’è stato con lei un colloquio in merito, in data 20.4.1976. In tale colloquio lei ha insistito sulle idee e i concetti errati per cui era stato espulso dal ginnasio. Così facendo lei ha violato le disposizioni del ministero della Pubblica Istruzione n. 20089–213 del 30.7.1973 art. 1 comma 2, art. 3 comma 10 e art. 4 comma 1». Nella delibera della sezione istruzione del comitato nazionale che ho citato non è specificato in che cosa Jirounek ha violato le citate disposizioni del ministero della Pubblica Istruzione; in una delibera successiva, conclusiva, dello stesso ministero, si dice al riguardo che questo «si desume da materiale scritto e in particolare dal curriculum redatto da M. Jirounek l’11.3.1976». Questo merita una spiegazione ulteriore.

Come ho già detto, l’11.3.1976, Jirounek fu convocato per un colloquio con il direttore del conservatorio. All’inizio il direttore Martinik disse che era contento di fare una chiacchierata con Jrounek dato che apprezzava le sue idee. Lo invitò a non temere di parlare con franchezza, dato che nessuno poteva punirlo per le sue idee. Si ebbe quindi un colloquio in cui Jirounek davanti a questo invito, espresse con sincerità le sue idee su tutta una serie di problemi sociali, artistici e morali della nostra società. Poi il direttore gli chiese di riscrivere il curriculum spiegando perché era stato espulso dal ginnasio, di indicare anche esplicitamente la sua posizione verso la società e il regime politico del nostro stato, proprio come ne avevano parlato insieme, e di indicare anche chi lo aveva influenzato sotto il profilo filosofico. Così M. Jirounek riscrisse il curriculum e quel giorno stesso, nel pomeriggio, lo consegnò alla direzione. Il curriculum è un documento molto significativo non solo per l’intera faccenda, ma anche per tutta la situazione della nostra istruzione e di tutta la società in genere. Cito il commento fatto espressamente da Jirounek ai paragrafi conclusivi pensati in relazione alla delibera definitiva del ministero della Pubblica Istruzione.

«…All’atteggiamento scettico verso la società e il regime politico del nostro stato io sono giunto in seguito all’esperienza e all’osservazione personale. La citata grave decadenza morale è per me l’inizio di un generale crollo di valori che minaccia anche la società in tutti i suoi settori. Gli uomini che non hanno un proprio responsabile rapporto interiore verso i valori, a partire da quelli morali, non possono, secondo me, neppure trovare un rapporto libero, creativo, nei confronti del lavoro che resta, quindi, sono un peso. Questo distrugge anche la floridezza economica. Considero il formalismo acritico una delle cause fondamentali e l’effetto collaterale della deformazione che caratterizza la società odierna ed è proprio questo formalismo l’oggetto del mio scetticismo. In questi giudizi io non vedo nessun conflitto con le idee-cardine di Marx e neppure con la morale socialista. La causa principale di questa situazione sta, secondo me, nel tentativo di risolvere i problemi morali della società non attraverso una trasformazione più profonda della coscienza dell’uomo ma ricorrendo, per la formazione della personalità, alla violenza di stato. Penso che anche questo giudizio sia sostanzialmente in armonia con la concezione marxista della società socialista nella quale i contrasti non scompaiono, ma perdono il loro carattere antagonistico, tanto che evitano la violenza tipica della lotta di classe. Si tratta di eliminare la violenza nella via della liberazione dell’uomo, del pieno sviluppo delle sue forze creative e in questo sta il suo significato principale, originale. L’umanesimo della società socialista come io lo intendo è fondato su un affronto dialetticamente aperto del mondo e dell’uomo, e non sulla misurazione meccanica delle idee in base al loro conformismo. Esso unisce anche uomini di differenti convinzioni personali. Sono del parere che la libertà di convinzione così come io la intendo, cioè nello spirito delle tradizioni umanistiche che sono parte della cultura umana e che io ho riconosciuto come a me vicine, non è affatto in contrasto né con le leggi né con l’ordinamento scolastico. I pensatori che ho citato non speravano di cambiare il mondo con la violenza, eppure nessuno mise in discussione la profondità del loro umanesimo. Dell’inaccettabilità della violenza ho già sufficientemente parlato con il direttore signor Martinik, a proposito di Resurrezione di Tolstoj, in particolare sul fatto che di regola la società condanna l’individuo che essa stessa ha formato. In questa ottica la violenza è un fenomeno che non si può liquidare con la violenza, perché in questo modo essa si conserva: bisogna combatterla con armi che vadano più a fondo. Mi sono detto scettico circa la possibilità che il cambiamento economico e una sistematica imposizione dell’ideologia di stato attraverso un’azione esterna possano bastare per una sostanziale trasformazione sociale dell’uomo. Secondo me la violenza è discutibile anche quando assume la forma di disposizioni statali fatte valere da autorità ufficiali come quelle in base a cui sono stato espulso dal ginnasio. Io non posso essere d’accordo con queste posizioni dello stato che combattono gli individui per la diversità delle loro convinzioni personali. Non sono un antisocialista, cerco solo di richiamare l’attenzione sulle mancanze e gli errori in cui si cade anche nel socialismo. Condivido con Tolstoj, Cristo e una schiera di grandi filosofi, che in questo sento vicini a me, l’idea che il male non si combatte con la violenza ed io stesso non sono un seguace della violenza. L’ho detto anche nella conclusione del mio curriculum». Così le osservazioni di Jirounek stesso, da cui risulta chiaro che cosa dobbiamo intendere sotto quell’«aver insistito su idee e atteggiamenti sbagliati». Jirounek ricorse in appello e il suo ricorso venne respinto: l’espulsione fu confermata. Nelle motivazioni vennero apportate alcune modifiche: dalla motivazione conclusiva vennero eliminati anche alcuni paragrafi dell’ordinamento scolastico e le disposizioni del ministero della Pubblica Istruzione. Tuttavia nella delibera conclusiva fu indicato come certo che Jirounek non mantenne gli impegni presi quando decise liberamente di frequentare il conservatorio. Questi impegni risulterebbero soprattutto dall’art. 1 comma 2 del regolamento scolastico in cui è detto che gli alunni devono «acquisire le conoscenze nello spirito della morale marxista» e adempiere con fermezza a tutti i doveri fissati dal regolamento scolastico. In questo modo si conferma ulteriormente che i motivi dell’espulsione sono esclusivamente di ordine politico ed ideologico; inoltre si dimostra che gli uffici partono dal presupposto illegittimo che il giovane che chiede di essere ammesso agli studi si impegni anche ad «acquisire le conoscenze nello spirito della concezione marx-leninista del mondo» (come è scritto nell’art. 1 comma 2 del suddetto regolamento scolastico).

In realtà le nostre leggi oggi ammettono un’unica interpretazioe dell’art. 16 comma 1 della Costituzione della ČSSR in cui è scritto che «tutta la politica culturale della ČSSR, lo sviluppo della cultura, l’educazione e l’istruzione sono portati avanti nello spirito della concezione scientifica marx-leninista del mondo» se questo non contrasta con altre formulazioni e impegni legislativi. Questa unica interpretazione possibile si fonda sul fatto che la formulazione suddetta non indica una riduzione ma piuttosto una diffusione, un’apertura e una liberalizzazione dell’istruzione, dell’educazione e della cultura. Nello spirito del marxismo e anche nel suo programma originale infatti c’è la liberazione dell’uomo sotto tutti gli aspetti. Quindi nello spirito del marx-leninismo non si può compiere un asservimento culturale ed educativo dei giovani e dei cittadini in genere, prefissando in che modo essi devono diventare maturi e quale è la visione del mondo che devono apprendere. Questo sarebbe un abuso del marxleninismo contro quello spirito liberale che più gli è peculiare e di cui ognuno si può render conto affrontando i testi di Karl Marx a partire dal primo volume degli scritti scelti. Nello spirito della dottrina di Marx tuttavia non c’è solo la liberazione dell’uomo (e non il suo asservimento mediante l’ingestione di opuscoli con cui la nostra gente nei modi più disparati viene imbottita, dalla scuola materna fino alla pensione, così che diventano immunizzati, ma immunizzati purtroppo anche contro tutto ciò che di giusto e reale è legato al nome di Marx), ma c’è anche uno spirito critico molto accentuato. In sostanza quello che Miroslav Jirounek ha fatto è l’aver formulato liberamente delle critiche alla società e alla nostra attuale situazione culturale e sociale. Anche ammesso che non avesse avuto ragione, questo non era un motivo per espellerlo da scuola; anzi la scuola dovrebbe accettare volentieri le critiche di uno studente che pensa. Aveva la possibilità di influire su di lui per alcuni anni e di migliorarne lo spirito critico, di liberare le sue idee dagli errori e dai pregiudizi (che in un giovane sono comprensibili e che non devono stupire nessuno, tanto più un insegnante esperto, poiché educazione è e-ducatio, condurre fuori dalla soggettività, dai pregiudizi e dagli errori fino alla verità universale e ad esaminare le cose come realmente sono). Questo sarebbe stato nello spirito di Marx (e nello spirito di tutte le menti aperte a cui ogni uomo colto deve rifarsi, anche se non è necessario che sia d’accordo su tutto). Invece gli ambienti competenti si comportano come se fosse «nello spirito del marxleninismo» l’ordinare e l’imporre agli uomini di pensare esattamente secondo i pregiudizi vigenti e di cambiare lì per lì le proprie idee secondo ogni nuova disposizione, ogni nuovo opuscolo, ogni nuovo parto dell’armata degli istruttori di professione di cui si è costretti ad ascoltare le ciance insulse in migliaia di corsi di lezione. E per gli studenti dovrebbe valere il principio: vuoi andare alla scuola superiore? Lavati il cervello in modo che possiamo introdurvi le nostre «verità», ma tieni presente anche che possiamo poi cambiarle, naturalmente sempre d’accordo con la più recente «evoluzione scientifica».

E così si vede che nella nostra bella società c’è, e crescerà sempre più, un gran numero di giovani intelligenti e desiderosi di sapere che non possono e non potranno studiare perché sono troppo critici, pensano troppo con la propria testa e hanno un senso acuto della dignità umana. E c’è anche una schiera di professori licenziati. Non è quindi logico che questi due ambiti si colleghino in concreto?

Praga, 21 luglio 1977.